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Eritropoietina: una sostanza controversa nel mondo dello sport
L’eritropoietina (EPO) è una proteina prodotta naturalmente dal corpo umano che regola la produzione di globuli rossi. È stata scoperta nel 1906 dal fisiologo francese Paul Carnot e dal suo assistente Clotilde Deflandre, che la chiamarono “eritropoietina” per la sua capacità di stimolare la produzione di globuli rossi (1). Negli ultimi decenni, l’EPO è diventata una sostanza di grande interesse nel mondo dello sport, poiché è stata utilizzata come doping per migliorare le prestazioni atletiche.
Meccanismo d’azione
L’EPO è prodotta principalmente dai reni, ma può anche essere prodotta dal fegato e dal cervello. La sua produzione è stimolata dalla riduzione dell’ossigeno nei tessuti, che viene rilevata dai reni. L’EPO agisce sui precursori delle cellule del midollo osseo, chiamati cellule staminali ematopoietiche, per stimolare la loro differenziazione in globuli rossi maturi (2).
Quando viene somministrata artificialmente, l’EPO aumenta il numero di globuli rossi nel sangue, migliorando così la capacità del corpo di trasportare ossigeno ai tessuti. Ciò può portare ad un miglioramento delle prestazioni atletiche, poiché i muscoli ricevono più ossigeno e possono funzionare a un livello più elevato per un periodo di tempo più lungo.
Utilizzo nel doping sportivo
L’EPO è stata utilizzata come doping nel mondo dello sport fin dagli anni ’90, soprattutto nel ciclismo e nell’atletica leggera. È stato dimostrato che l’EPO aumenta la resistenza e la forza muscolare, migliorando così le prestazioni degli atleti (3).
Uno dei casi più noti di utilizzo di EPO nel doping sportivo è stato quello del ciclista Lance Armstrong, che ha ammesso di aver utilizzato la sostanza durante la sua carriera. Nel 2012, è stato squalificato a vita dal ciclismo professionistico e ha perso tutti i suoi titoli vinti dal 1998 al 2005 (4).
Rischio per la salute
Sebbene l’EPO possa migliorare le prestazioni atletiche, il suo utilizzo come doping è estremamente pericoloso per la salute degli atleti. L’aumento dei globuli rossi nel sangue può portare a una maggiore viscosità del sangue, aumentando il rischio di coaguli e di infarto. Inoltre, l’EPO può causare ipertensione, insufficienza renale e problemi cardiaci (5).
Un altro rischio per la salute associato all’utilizzo di EPO è l’anemia aplastica, una condizione in cui il midollo osseo smette di produrre abbastanza globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Questa condizione può essere fatale se non trattata (6).
Metodi di rilevamento
A causa della sua popolarità come sostanza dopante, sono stati sviluppati metodi per rilevare l’utilizzo di EPO nei test antidoping. Il metodo più comune è il test dell’isoforma dell’EPO, che rileva la presenza di EPO sintetica nel sangue. Tuttavia, questo test può essere eluso utilizzando EPO a lunga durata d’azione o combinando l’utilizzo di EPO con altre sostanze che mascherano la sua presenza (7).
Per questo motivo, sono stati sviluppati anche test per rilevare l’aumento dei globuli rossi nel sangue, che è un effetto collaterale dell’utilizzo di EPO. Questi test sono più difficili da eludere e possono essere utilizzati per identificare gli atleti che utilizzano EPO (8).
Conclusioni
L’EPO è una sostanza controversa nel mondo dello sport, poiché può migliorare le prestazioni atletiche ma è anche estremamente pericolosa per la salute degli atleti. Nonostante i rischi, l’utilizzo di EPO come doping continua ad essere diffuso in molti sport, e gli atleti che ne fanno uso mettono a rischio la loro salute e la loro integrità sportiva.
È importante che gli organismi di controllo antidoping continuino a sviluppare metodi sempre più efficaci per rilevare l’utilizzo di EPO e che gli atleti siano consapevoli dei rischi associati all’utilizzo di sostanze dopanti. Solo attraverso un’azione congiunta di atleti, organizzazioni sportive e autorità antidoping, si può sperare di ridurre l’utilizzo di EPO e di altre sostanze dopanti nel mondo dello sport.
Riferimenti
(1) Carnot, P., & Deflandre, C. (1906). Sur l’existence d’une hormone spécifique de l’érythroblastose foetale. Comptes rendus hebdomadaires des séances de l’Académie des sciences, 143, 384-386.
(2) Jelkmann, W. (2007). Erythropoietin after a century of research: younger than ever. European journal of haematology, 78(3), 183-205.
(3) Lundby, C., & Robach, P. (2015). Performance enhancement: what are the physiological limits?. Physiology, 30(4), 282-292.
(4) BBC Sport. (2012). Lance Armstrong stripped of all seven Tour de France wins by UCI. Retrieved from https://www.bbc.com/sport/cycling/20085773
(5) Lippi, G., & Banfi, G. (2010). Erythropoietin and sports performance: with or without recombinant human erythropoietin?. Clinical chemistry and laboratory medicine, 48(6), 789-794.
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